venerdì 4 novembre 2011

È lo sdegno che ispira i miei versi


Così Giovenale tra il primo e secondo secolo dopo Cristo, delineando la linea programmatica della sua poesia e del suo impegno sociale. Lo sdegno è forse tra le più rare virtù: non è collera, non è violenza. Nasce da una consapevolezza etica e razionale che ci spinge a rifiutare ciò che vediamo attorno a noi di aberrante e di ingiusto, ed insieme a denunciare chi accetta o giustifica tali aberrazioni od ingiustizie.

Proprio ciò a sottolineare ancora una volta che in questo “sistema” qualcosa si è rotto, e non sto parlando di un minuscolo ingranaggio. Se non più tardi di due giorni fa veniva arrestato un altro spacciatore nella zona del Grattacielo, evidentemente esiste, e continua a permanere nonostante si proclami il contrario, un problema “ordine pubblico”.

Però emergono sostanziali differenze, sia nei modi che nei metodi.
Il pomo della discordia è stato l’incidente avvenuto ieri sera, in pieno centro, quando un negoziante in via Adelardi, non esattamente in periferia, è stato aggredito. Ebbene per quasi un’ora si sono viste auto che credevo neanche esistessero, tre “gazzelle” dei carabinieri, due “pantere” della polizia, una pattuglia della Finanza, mancavano solo l’aeronautica e l’esercito e ovviamente i vigili urbani!
Certo, un fatto grave dev’essere perseguito. Ma vogliamo parlare di quando davanti al grattacielo, non proprio dei gentleman si prendono a bottigliate sulla testa oppure urlano più forte dell’intera curva del Paolo Mazza, sempre quando se la vedono “tra loro”. Ebbene lì non basta un’ordinanza a limitare il rumore e il degrado (come in piazza), e i residenti della “suburbia” sono costretti a subire, sempre e solo subire.

Parlo di questi esempi, sempre molto pedestri, a volte scontati, specie quello in foto, che però si ripetono e passano quotidianamente sotto silenzio, finendo per essere assimilati dai più, magari neanche residenti nella GAD, come normalità.

Questa non è normalità, è disinteresse. È un “vedetevela voi tanto io risiedo in centro”, una situazione assolutamente fuori controllo che desta preoccupazione e genera criticità anche per chi non risiede nella zona ma deve semplicemente prendere il treno oppure spostarsi con la corriera.
Possibile che il biglietto da visita di una città patrimonio dell’umanità debba essere lo spaccio, la prostituzione e il malcostume?

Non è solo una lamentela e preferisco sempre rimanere concreto per non addentrarmi in discorsi “fuori dalla realtà” che però sento sempre più fare, specie da chi non vive quotidianamente la zona, quindi voglio essere propositivo e lancio una sfida fin su lo scalone municipale: facciamo a cambio.
Sì, caro Sindaco, venga Lei, che finora ho visto piuttosto silente in materia, (oppure l’assessora “soggettiv – percettiva”) a risiedere per un mesetto al mio posto.

Quale miglior modo di risolvere un problema se non calarsi direttamente al suo interno?


Graziano Cardi
Presidente Comitato Cittadino “Via Cesare Battisti”


P.S.: altre foto sono disponibili qui.

1 commento:

  1. Di recente ho scoperto un'iniziativa del Comune che ho trovato molto utile: il sito www.ferrarainbici.it, che contiene, tra le tante informazioni sulla mobilità a due ruote, una serie di consigli su come non farsi rubare la bicicletta, in pratica suggerimenti per rendere la vita difficile ai ladri di biciclette. Cosa c'entra questo con i problemi della zona grattacielo? C'entra, perchè pensavo a come l'amministrazione potrebbe sfruttare la risorsa costituita dai residenti delle zone "problematiche" della città per rendere la vita difficile ai malviventi che le popolano. E potrebbe farlo con un'iniziativa analoga a quella anti-ladri di biciclette, cioè elaborando e diffondendo una sorta di linee-guida per i residenti, affinchè possano mettere in atto una serie di comportamenti che rendano la vita difficile ai malviventi. Certo questo non risolverà problemi tanto complessi e radicati, però sarebbe un piccolo passo avanti.

    RispondiElimina